Contrada di Valdimontone

77-07
Sul Tufo
primo_verbale
Archivio in pillole
servi
A spasso per il rione
vittoria-1958-2
Gente di Contrada

Santa Patrona

a cura di Aldo Giannetti

La nostra Contrada originariamente venerò nella propria festa titolare, l’Assunzione di Maria Vergine in cielo, anche se sono sconosciuti i motivi che spinsero i montonaioli a scegliere l’Assunta come loro patrona.

Nel 1661 il Valdimontone ottenne dalla Compagnia della Santissima Trinità di potersi riunire nell’oratorio della Confraternita, in quanto era sprovvisto di una sede propria.
Le celebrazioni in occasione della Festa Titolare venivano fatte di fronte al tabernacolo nel forcone dei Servi, all’incrocio di detta via con via delle Cantine, dove è rappresentata la Madonna con il Bambino tra i santi Bernardino e Girolamo.

Nel 1706 la Compagnia della Santissima Trinità concesse alla contrada anche l’uso della cappella intitolata alla Beatissima Vergine Maria. Nel 1743 in conseguenza a contrasti con la Compagnia, i montonaioli, grazie ai buoni uffici di Frà Silvio Saluzzo di Genova, allora Commendatore e Rettore dell’ordine in Siena, ottennero dal Sovrano ordine dei Cavalieri Gerosolimitani, che si chiamarono in seguito di Rodi e poi di Malta, la chiesa di San Leonardo, bisognosa di restauro, vuota e mancante perfino di un’immagine sacra da venerare. Gli abitanti di Valdimontone, trovato il luogo sacro, vollero allora per celeste protettrice la Madonna dell’Assunta.
La storia della Madonna del Buon Consiglio ha inizio nell’anno 1467, quando l’immagine miracolosa dopo la morte del principe Castriotto, si trovò minacciata dall’invasione dell’Impero Ottomanno, stato turco musulmano comandato in quel periodo dal sultano Maometto II. Staccatasi dal muro di una parete della chiesa della città di Scutari in Albania, sopra una nuvola, corteggiata dagli angeli e fiancheggiata da due colonne, che rappresentavano le devote famiglie albanesi dei Giorgis e degli Sclavis, nel suo viaggio verso l’Italia sorvola il mare posandosi la sera del giorno del 25 aprile dello stesso anno su di un muro della chiesa dei Padri Agostiniani a Genazzano, a quel tempo Stato Pontificio, tra la folla che si era raccolta in occasione dei festeggiamenti a San Marco. Il registro della raccolta dei miracoli e delle grazie più distinte fatte dalla prodigiosissima immagine di Maria Santissima del Buon Consiglio di Genazzano, iniziato nel mese di marzo del 1751, raccoglie ben 103 documenti fino all’anno 1756, tutte deposizioni attestate da bolle notarili. A testimoniare la miracolosità della Madonna del Buon Consiglio sono anche gli innumerevoli ex-voto, prevalentemente per grazia ricevuta. In quegli anni la devozione stava crescendo ed in molti luoghi si innalzarano chiese in onore della Madonna del Buon Consiglio, nell’anno 1756 su incarico ed a proprie spese il Nob. Rev.mo Fabio dei Conti Bichi Canonico della Metropolitana di Siena, protettore della contrada fece dipingere una sacra immagine copia del tutto somigliante all’originale che a tutt’oggi viene venerata nel Santuario di Genazzano, nella diocesi di Palestrina vicino alla cittadina di Valmontone in provincia di Roma. L’autore dell’opera fu il pittore senese Giovanni Antonio Catani, figlio di Giovanni Domenico, assistito nel lavoro dal maestro Galgano Perpignani, ed il sacerdote Padre Tommaso Bonechi dette al volto della vergine l’ultima mano.Nel 1757 per mezzo del reverendo Giacinto Giorni, parroco di San Pellegrino alla Sapienza, fu donata agli abitatori della contrada nelle mani dell’allora priore reverendo Ignazio Nicola Forconi, perché fosse posta sull’altar maggiore in quanto la chiesa era sprovvista di immagini. Il 16 agosto il dipinto venne per la prima volta esposto alla pubblica venerazione del popolo festante.
Nell’agosto del 1761 gli abitatori della contrada rivolsero una supplica all’Arcivescovo Mons. Alessandro Cervini per ottenere l’istituzione, nella Chiesa di San Leonardo, della Congregazione della Beata Maria Vergine del Buon Consiglio ed il 16 ottobre fu emanato da Mons. Orazio Bandinelli, Vicario Generale dell’Arcivescovo, il rescritto “Erectio Congregationis B.M.V. Boni Consilii in Ecclesia S.ti Leonardi in Commenda nuncupata”. A seguito dei danni subiti dalla chiesa a causa del terremoto del 26 maggio del 1798 l’immagine sacra fu spostata nel salone commendatizio del palazzo adiacente e successivamente nel 1800 portata nella Chiesa di San Girolamo in seguito alla soppressione generale di tutte le corporazioni religiose e commende da parte del governo francese. Commenda voleva dire avere l’usufrutto di quello che oggi si chiama beneficio parrocchiale, cioè dei beni che sono di proprietà della parrocchia. Infine nel 1802 fece nuovamente ritorno nella sua chiesa.